VESTITI ED EMOZIONI
Non sono stata sempre così. Se qualcuno me lo chiedesse probabilmente non saprei definire con esattezza come sono oggi, ma di sicuro affermerei con certezza che ora so EMOZIONARMI.
So quali emozioni provo, quando le provo; non ho più paura di affrontare quelle negative e non sono più terrorizzata dal rovinare quelle positive. Non cerco più di soffocare quello che sento, né di simularlo con altro. Non cerco di adeguarmi agli altri, né di reprimere me stessa pur di far parte di un gruppo. Nonostante l’appartenenza ad un gruppo mi manchi moltissimo.
L’unica cosa che potrei affermare di me con certezza è che ora “mi sento”; non evito di guardare nella mia testa e questo si riflette nel mio modo di vestire.
SENTIRSI, VESTIRSI
Tantæ, me compresa, dicono spesso che una tecnica funzionale è quella di vestirsi per obiettivi: porsi davanti all’armadio, non pensare a come ci si sente ma all’obiettivo che si vuole perseguire durante il giorno.
Il che aiuta si, ad ottenere il risultato desiderato, che sia farsi ascoltare dai colleghæ al lavoro, superare un esame o affrontare da adultæ la suocera.
Al di fuori del “Dress to achieve” però l’altra faccia della medaglia di questa tecnica credo sia il perdere contatto con se stessæ e con quello che si prova.
Perché sapete qual è uno dei più grandi paradossi della nostra società?
Si parla continuamente di stati d’animo, di emozioni, sensazioni, ma poi quasi nessuno sa quali siano queste emozioni; pochissimæ sono in grado di riconoscerle, la maggioranza si rifiuta di sentirle.
Il che probabilmente deriva dal fatto che abbiamo disimparato a sentirci. Talmente razionali, talmente protesæ a “cercare di capire”, di dare un senso che abbiamo dimenticato come si fa a sentire.
Abbiamo totalmente isolato e scotomizzato ciò che (C O N T I N U A M E N T E) ci dice il corpo.
ERRORE!
COME VESTIRSI DI EMOZIONI
Le emozioni sono TUTTE funzionali: è funzionale la gioia così come la tristezza, il disgusto e l’accettazione. Sono strategie di sopravvivenza e, come tali, necessarie nel loro insieme.
Imparare, anzi re-imparare a sentirsi, significa stare con le emozioni meno piacevoli ma aumentare allo stesso tempo la permanenza e il godimento di quelle più piacevoli.
Come il filo della pasta per fare i cavatelli: se si allunga una estremità bisogna allungare anche quella opposta.
Stare con entrambi i tipi di emozioni definisce il nostro mondo interiore, dà ad esso nuovi colori, crea nuovi contrasti: non è questo forse lo stile?
ALLORA SAPETE CHE C’È?
QUANDO STATE DI MERDA (sempre che non abbiate una performance da sostenere) VESTITEVI DI MERDA!
QUANDO VI SENTITE UNA MERDA, VESTITEVI COME LA PEGGIO MERDA CH POSSIATE ESSERE.
QUANDO VI SENTITE IL CUORE ESPLODERE DI GIOIA CHIEDETEVI “COME SAREBBE UNA BOMBA DI GIOIA”? E VESTITEVI COSÌ. DI GIOIA. Io la immagino come un arcobaleno con una alternanza di colori fluo e pastello, mi vestirei così.
Imparerete così ad ascoltarvi, a mettere ciò che sentite in equilibrio, a creare una corrispondenza con quello che è dentro e quello che è fuori.
Non è frustrante quando nella mente formulate correttamente la frase da dire in inglese e quando provate a pronunciarla esce solo un mezzo sibilo?
La stessa cosa avviene con il codice dell’abbigliamento.
Se dentro vi sentite un unicorno e fuori indossate un giallo legume con impunture verde vomito, la sensazione di frustrazione sarà la stessa.
Capirsi e tradursi aumenta la fiducia in sé, il senso di auto efficacia, l’autostima e la soddisfazione percepita. Ma se non si impara a conoscersi??
SENTITE L’EMOZIONE E TRADUCETELA IN VESTITI!
Non abbiate paura dei cambiamenti fisiologici; soprattutto non credete alla frottola che vi raccontate per cui a frenarvi è la paura del giudizio esterno. Gli unici a giudicarci siamo noi, sempre e solo noi.
Ammetterlo è la manna che apre la serratura della mente. F I D A T E V I.
FATE QUESTA PROVA.
Partite con il farlo al sicuro nella vostra casa o in un ambiente che vi offra il sostegno adeguato. Il top sarebbe se aveste già unæ psicologæ/psicoterapeuta di riferimento.
Poi, fatemi sapere.
Con amore immenso
Anastasia?
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